Fin da piccolo ho desiderato possedere una tromba. Mi sarebbe piaciuto poterla suonare ed esserne capace, nonostante non ci fosse nessuno in famiglia o tra i miei amici che la suonasse, dai quali trarre ispirazione. Neppure tra i miei idoli di allora c'era qualcuno che sfoggiasse quel magnifico strumento, infatti in quegli anni nei quali il "rock progressive" la faceva da padrone, era tutto un turbinio di chitarre, armoniche a bocca, violini, flauti traversi, organi hammond, pianoforti, ecc...
In virtù di tutto questo, con il passar del tempo mi sono avvicinato ad alcuni di questi strumenti musicali e così ho iniziato a strimpellare la chitarra, suonicchiare l'armonica a bocca senza privarmi di una repentina e fugace escursione sulle tastiere.
Ma il desìo per il tanto agognato "oggetto", non si è mai sopito. E così l'anno scorso, dopo più di sette lustri, mi sono ritrovato a passare davanti ad un negozio di strumenti musicali situato all'interno di un grande centro commerciale della mia città e nella vetrina, faceva bella mostra di se una tromba. Il prezzo non eccessivo, dato che si trattava di uno strumento da studio, la bellezza della sua linea e il luccichìo del metallo cromato hanno fatto leva su di me che, da qualche minuto, non mi muovevo da li e continuavo a fissarla come un bambino davanti ad una gelatina di frutta. Insomma, tra me e me pensavo:
- Questa è la volta buona... adesso entro e me la compro!
Ma il mio angelo custode (se mai ne ho avuto uno), approfittando di una distrazione del mio diavoletto tentatore (di quelli si, che ne ho un'intera guarnigione alle mie spalle, che si danno il cambio ventiquattro ore su ventiquattro), mi indusse a desistere da tal proposito.
Dopo quel giorno, passai altre due volte davanti a quella vetrina, a distanza di circa tre settimane l'una dall'altra e la tromba stava sempre la, bellissima, superba e ammaliatrice. Era il segno (o il pretesto) che cercavo e, rotti gli indugi, entrai nel negozio tra gli applausi scroscianti dei miei diavoletti tentatori che inscenarono perfino una "ola" da stadio!
Durante il tragitto che mi riportava a casa, ogni tanto mi distraevo dalla guida per buttare un'occhio in direzione del sedile del passeggero, nel quale avevo sistemato la custodia nera che conteneva la "mia" preziosa tromba nuova. Nonostante l'imprudenza, riuscii a rincasare indenne.
Di lì a cinque minuti, seduto sul bordo del letto, avevo la "mia" tromba tra le mani; finalmente ne toccavo una, ma non una qualsiasi... toccavo la "mia" tromba. Ero al settimo cielo.
Con trepidante e verginale emozione, avvicinai alle labbra il bocchino dello strumento e con solenne postura, inspirai pronto a far tuonare il bellissimo oggetto che avevo tra le mani. Ma, dopo averci soffiato dentro, delusione delle delusioni: dalla tromba non uscì nessun suono!
I lettori avvezzi all'uso dello strumento staranno ridendo a crepapelle, del sottoscritto e della sua beata idiozia.
In effetti, non avevo fatto i conti con l'estrema difficoltà insita nell'apprendimento di questo strumento e, senza l'ausilio di un'insegnante, nonostante la consultazione di vari metodi e manuali "per imbecilli", ho subito capito che difficilmente ne avrei tirato fuori qualcosa.
E' passato un anno da quel giorno. Ogni tanto apro la custodia nera, estraggo la "mia" tromba e ci soffio dentro con lo stesso identico risultato della prima volta anche se, a dire il vero, in uno degli ultimi tentativi sono riuscito ad emettere qualche piccola timida pernacchia. Poi, deluso, la ripongo nel suo alloggiamento e vado a consolarmi con una delle mie chitarre dalle quali, se non altro, riesco ad emettere una melodia, o presunta tale.
Adesso la "mia" tromba giace li, dormiente, ma sicura che arriverà il giorno nel quale riuscirò a restituirle quella dignità che gli ho negato nel momento estatto in cui ho poggiato il bocchino sulle labbra. Prima o poi, mi deciderò a prendere qualche lezione seria. Finalmente.